Wolfsong by TJ Klune

Wolfsong by TJ Klune

autore:TJ Klune [Klune, TJ]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-09-15T12:00:00+00:00


I messaggi cominciarono a diventare più sporadici. A volte li ricevevo nel cuore della notte. A volte aspettavo una settimana intera. Portavo il cellulare con me ovunque, in attesa.

Per una volta, fui il primo a scrivergli.

le cose stanno cambiando. non so che cosa fare

Mi rispose alle tre di notte.

Lo so.

Sollevai le coperte del suo letto fino alla testa e aspettai l’alba.

Robbie restò.

Non lo volevamo in casa Bennett perché non ci fidavamo. Lui non voleva stare troppo lontano. A Green Creek c’erano un paio di motel, ma la gente avrebbe fatto domande se fosse rimasto troppo a lungo. Secondo Mark era a posto. Gli chiesi se lo conoscesse già da prima, ma mi aveva risposto di no. Aveva fatto delle telefonate e verificato quello che Robbie ci aveva raccontato. Inoltre, le barriere di Gordo non lo avevano bloccato. Così, dato che mi fidavo di Mark e di Gordo, avevo detto a Robbie di restare nella vecchia casa.

La definivo vecchia perché nella mia mente la vedevo in quel modo ormai.

Non credevo che sarei più tornato a vivere lì. Almeno non per il momento.

Certe notti mi svegliavo e sentivo il peso della magia che mi bloccava, escludendomi dal branco.

Certe notti non distinguevo il sogno dalla realtà, e mia madre era seduta ai piedi del letto, il viso rigato dalle lacrime, i suoi occhi che perforavano i miei mentre mi diceva di scappare, di andare via, lontano…

Erano le notti in cui sentivo di più la mancanza di Joe.

Prima non avevo mai avuto gli incubi.

Non proprio.

Ma adesso?

Non avevo altro.

Ricordai la reazione di Joe quando si svegliava urlando il mio nome.

Non urlai quando aprii gli occhi di scatto, anche se volevo.

Soffocai l’urlo, bloccandolo in gola mentre il sudore mi scivolava sul collo.

Era più semplice così.

Non potevo tornare nella casa. Non potevo perché il pavimento era ancora macchiato. Avevo l’espressione sul suo viso ancora impressa nella mente. Il modo in cui era riverberato il verso che aveva emesso quando era caduta.

Robbie non chiese e non disse nulla il giorno dopo la sua prima notte nella casa. L’unica cosa che gli domandai fu di dormire nella mia stanza e di non andare in camera di mia madre. Non c’era niente che lo riguardava lì dentro. Inoltre, non volevo che lasciasse il suo odore. La porta era chiusa e sarebbe rimasta chiusa finché non avrei trovato la forza di aprirla e inebriarmi del profumo di mia madre.

«Certo, Ox» disse. «Nessun problema.» Poi aggiunse: «Anche lei voleva che sapessi quanto è dispiaciuta per ciò che hai perso. Deve essere doloroso, soprattutto per una persona così giovane. Lei… capisce che cosa significhi perdere qualcuno. In un modo tutto suo».

«Chi?» domandai, confuso.

«L’Alfa.»

Spalancai gli occhi. «Sa chi sono?»

Le sue labbra tremarono. «Sì, Ox. Molte persone sanno chi sei.»

«Oh» mormorai, perché non sapevo che farmene di quell’informazione.

Così non dissi nulla.



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